Igor Tudor è concentrato sulla sfida di sabato contro l’Inter, ma il calciomercato occupa comunque i suoi pensieri. Il croato ha deciso di fare fuori uno dei suoi senza troppi scrupoli.
La Juventus ha iniziato la nuova stagione con un approccio chiaro: poche stelle, tanti innesti mirati. La mano di Damien Comolli si è vista sin dai primi giorni della sessione estiva, quando il direttore sportivo ha ribadito più volte la necessità di puntare su giocatori funzionali al progetto tecnico piuttosto che su nomi altisonanti. Una scelta dettata non solo da ragioni economiche, con i conti da tenere sotto controllo, ma anche dalla volontà di dare a Igor Tudor un gruppo coerente con le sue idee tattiche. I primi risultati hanno dato ragione a questa strategia: sei punti in due partite e, soprattutto, una solidità difensiva che da tempo non si vedeva in casa bianconera. La sensazione è che, al di là delle individualità, sia la mentalità collettiva ad aver subito una trasformazione.
Eppure, il mercato non è mai solo questione di acquisti. Ogni estate porta con sé inevitabili cessioni, alcune programmate da mesi, altre arrivate come conseguenza delle nuove gerarchie imposte dallo staff tecnico. Tudor, infatti, non ha avuto esitazioni nell’imprimere una svolta rispetto ad alcune scelte della gestione precedente, quella targata Giuntoli-Motta. Chi non rientra più nei piani viene accompagnato alla porta, anche se giovane e di prospettiva. È un segnale forte: la Juventus deve pensare al presente, ma senza dimenticare un futuro che passa da cessioni o prestiti mirati per valorizzare i talenti meno utilizzati.
Juventus, Rouhi al Westerlo: l’addio di un giovane talento
Tra le decisioni più significative di questo inizio stagione c’è quella relativa a Jonas Rouhi, terzino sinistro classe 2004 cresciuto nel vivaio bianconero. Secondo quanto riportato da Fabrizio Romano, il giocatore è pronto a lasciare Torino per approdare in Belgio, al Westerlo, in prestito con diritto di riscatto. L’accordo tra i club sarebbe già stato raggiunto: mancano soltanto le visite mediche per completare il trasferimento. Rouhi aveva esordito in prima squadra lo scorso anno, complice l’emergenza infortuni che aveva costretto Thiago Motta ad attingere ai giovani. Sei presenze totali, con tanto di debutto in Champions League, che avevano fatto intravedere un futuro interessante per il difensore svedese di origini iraniane.

Tuttavia, con l’arrivo di Tudor la musica è cambiata. La corsia mancina oggi è presidiata da Cambiaso e Kostic, con l’aggiunta imminente di Johan Cabal. Per Rouhi non c’è stato spazio, né durante il Mondiale per Club né nelle prime due giornate di Serie A. La scelta di mandarlo a fare esperienza altrove, dunque, appare logica: meglio accumulare minuti e responsabilità in un campionato competitivo come quello belga piuttosto che restare in panchina o in tribuna a Torino. Il Westerlo, dal canto suo, si assicura un profilo giovane, dinamico e con esperienza internazionale, mentre la Juventus potrà monitorarne la crescita con attenzione. Un addio che non chiude la porta a un futuro ritorno, ma che segna comunque un’altra tappa della rivoluzione silenziosa messa in atto da Tudor e Comolli.