General Motors, la molla da pochi cent, 87 risarcimenti milionari ai parenti delle vittime

Il numero delle transazioni raggiunte da General Motors con le famiglie delle vittime del difetto del blocchetto dell’accensione è salito ad 87. Le richieste di risarcimento hanno inizio nel...

DiGianfranco Portabene

Apr 21, 2015

Il numero delle transazioni raggiunte da General Motors con le famiglie delle vittime del difetto del blocchetto dell’accensione è salito ad 87. Le richieste di risarcimento hanno inizio nel 2002, quando a fine metà 2000 arrivano sul mercato i primi modelli con il blocchetto di accensione difettoso, che ha portato ad un richiamo di massa ed ad un’indagine federale. Qualcuno, in GM, sapeva, ma non ha parlato. A metà settembre 2014 erano stati raggiunti 19 accordi con una crescita costante fino a 36 all’inizio di dicembre e poi sino a 42 nel mese di gennaio. Nel mese di febbraio erano 57, il mese scorso 77, e alla fine della scorsa settimana 84. A oggi sono stati raggiunti 87 accordi con i parenti delle vittime mentre sono 93 le transazioni fatte con gli infortunati. Lo scorso 31 gennaio, allo scadere dei termini per presentare le richieste di danni, la GM ne ha contate 4.343, di cui 478 relative a decessi ma sono solo 244 le richieste considerate ammissibili. All’origine del più grosso scandalo che abbia mai investito il colosso americano sta una molla difettosa da 50 centesimi di dollaro. Si trovava nel blocchetto di accensione di una decina di milioni di automobili, tutte prodotte dalla General Motors. La vicenda, venuta a galla quasi un anno e mezzo fa, ha portato all’attivazione di un maxi richiamo per il cui completamento saranno necessari almeno due anni ed ad una multa di 35 milioni di dollari. E ha causato l’avvicendamento ai vertici aziendali ed al taglio di molti dirigenti responsabili dell’accaduto.General Motors, ha stimato che risarcendo tutte le vittime potrebbe spendere dai 400-600 milioni di dollari.GM ha richiamato per il problema del blocchetto di accensione 2,6 milioni di veicoli, tra cui 2,2 milioni negli Stati Uniti. Il richiamo include Saturno Ion prodotte fra il 2003 ed il 2007, Saturno Skys 2007-2010, Chevrolet HHRs 2005-2011, Pontiac Solstizi 2006-2010 e i modelli Chevrolet Cobalt e Pontiac G5 2005-10.Tutto ha inizio nel 2002, anno della commercializzazione della Chevrolet Cobalt e della Saturn Ion, cioè i primi due modelli a montare il blocchetto difettoso. La costante elastica della molla è troppo bassa e non riesce sempre a vincere il peso della chiave. Basta avere un portachiavi troppo pesante o prendere una buca, e la chiave si sposta autonomamente dalla posizione on a quella off, senza che magari il guidatore se ne accorga. A quel punto è un attimo, spariscono servosterzo e servofreno, si attiva il bloccasterzo e il controllo dell’auto è compromesso. Se tutto va bene non accade nulla e si riesce ad accostare, se tutto va male ci si può ammazzare, accettando anche l’ironia della sorte che non ha fatto intervenire l’Abs, gli airbag e gli altri dispositivi di sicurezza prima e durante l’impatto.La cosa peggiore osserva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”è che General Motors sapeva tutto già nel 2004, e non richiamò i veicoli in quanto i dirigenti di allora, giudicarono troppo costosa l’attivazione di un richiamo “in confronto al possibile costo delle effettive riparazioni che saranno probabilmente richieste in garanzia”. Nel 2006 sostituirono il blocchetto dell’accensione che era stato modificato utilizzando una molla più resistente, anche se non con i valori previsti dal capitolato originale, senza modificare il codice identificativo del pezzo, riuscendo così a eludere i controlli della Nhtsa, l’ente governativo americano per la sicurezza stradale, fino al 2010. Nel frattempo, aumentarono incidenti e vittime.